(*) e chi vi dice il contrario sta cercando di fregarvi.Il software non è una merce*
Il sofware non si “fabbrica”, ma si crea. E’ un complesso processo creativo di modellazione della realtà produttiva del cliente, che va svolto in stretto contatto con il cliente per scoprire insieme anche gli aspetti più reconditi e meno intuitivi.
E’ anche un’ottima occasione per ottimizzare i processi produttivi.
In molti pensano che il software si acquista come fosse una lavatrice. Questo è vero per i programmi standard, ma quando si commissiona un programma nuovo “su misura”, nessuno sa alla fine cosa uscirà. Meglio allora farlo in stretta collaborazione col cliente, onde evitare sprechi dovuti a burocrazia ed incomprensione.
L’outsourcing è un suicidio
I commerciali non sanno mai cosa vi stanno vendendo (in quanto il software non è una merce). Per questo la maggior parte dei progetti vengono consegnati nel triplo del tempo promesso, col doppio dei soldi promessi, e fanno la metà delle cose promesse.
Spesso, per risparmiare, lo sviluppo viene affidato a gente incompetente, e la qualità e manutenibilità del codice sono scarsissime. Questo porta ad ulteriori sprechi di tempo, energie, arrabbiature e denaro, a carico ovviamente del cliente.
Prendendo internamente gli sviluppatori si avrebbe il controllo sul progetto, lo si otterrebbe esattamente come lo si vuole, si pagherebbero meno persone (ad es. il commerciale dell’azienda esterna) e si risparmierebbe tempo ed incomprensioni.
Inoltre, si avrebbe a disposizione il codice sorgente e la conoscenza completa del progetto, e non si sarebbe perciò legati a doppio filo alla azienda fornitrice, che si è costretti a contattare per ogni modifica o problema.
E’ impossibile fare a priori un’analisi completa dei requisiti
Tranne in rari casi, in cui il cliente sa esattamente a priori cosa vuole, lo sviluppo del software segue in genere percorsi tortuosi di scoperta dei requisiti a partire da un piccolo nucleo di idee iniziali, man mano che il cliente si rende conto delle proprie necessità, in quanto egli stesso, all’inizio, ha solo una vaga idea di ciò che gli occorre.
La stretta interazione tra sviluppatori e cliente è perciò indispensabile, per evitare i lunghi rountrip tra intuizione del cliente, analisi della possibile implementazione e richieste di chiarimenti. Se la catena di intermediari è lunga, questa interazione (che non è evitabile) può portare a grandissime incomprensioni e sprechi di tempo.
Se invece il contatto è diretto e quotidiano, può diventare un circolo virtuoso, utile anche ad analizzare meglio il processo produttivo del cliente e spesso a migliorarlo.
Gli esperti che le società di informatica o di consulenza “affittano” a caro prezzo sono degli incompetenti
In campo informatico, meglio una persona è vestita e meno è competente.
Le grandi società di consulenza reclutano per pochi spiccioli dei neolaureati, li costringono a vestirsi bene, a darsi aria di grandi esperti e a fare quotidianamente ore di straordinario, anche se non ce ne sarebbe bisogno, in quanto comunque producono poco o nulla.
L’apparenza è però quella di grandi professionisti dediti al lavoro ed i clienti spesso, non essendo in grado di giudicare la reale qualità del lavoro svolto, vengono ingannati da tale apparenza, convinti che, a fronte di una parcella così esosa, non può non esservi un lavoro professionale. Morale: un totale spreco di soldi e di tempo.
I servizi informatici andrebbero gestiti internamente
Così come per lo sviluppo del software, anche le altre attività legate all’informatica sono gestite meglio internamente.
Un informatico di fiducia può far risparmiare un’azienda quando si tratta di acquistare nuovi computer o materiale vario, può proporre soluzioni ottimizzate, conoscendo a fondo la specifica realtà dell’azienda, è costantemente disponibile per assistere in caso di problemi o guasti, e può anche essere una fonte per apprendere ad usare e comprendere meglio i computer, migliorando la produttività dell’intera azienda.
Inoltre, vale anche in questo caso il discorso relativo agli sprechi di denaro: se si esternalizza occorre infatti pagare anche la struttura dell’azienda esterna e si corre il rischio di legarsi a doppio filo ad essa, poiché è l’unica che conosce i nostri sistemi e sa intervenirvi.