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Dimensionamento dei server e stress test

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E’ notizia di questi giorni l’ennesimo caso di idiozia informatica delle istituzioni pubbliche. Il caso più recente riguarda l’iscrizione scolastica online, iniziativa più che sensata visto che siamo nel 2013, ma che come altri casi passati, si sta rivelando una debacle a causa dell’inettitudine di chi l’ha commissionata e realizzata.

Un altro caso eclatante e recente è stato quello della compilazione del censimento, che anche ha mandato in tilt i (pochi) server che erano stati approntati, ma negli ultimi anni è pieno di casi di miopia ed inettitudine informatica, non solo nel pubblico: si pensi ai sistemi di acquisto dei biglietti, che vanno sistematicamente in tilt quando vengono messi in vendita eventi importanti, non solo di musica leggera ma anche di classica (ho ancora il dente avvelenato per non essere riuscito ad acquistare dei biglietti alla Scala quattro anni fa, sempre perché il server è crollato miseramente dopo 2 minuti dall’inizio della vendita).

Ciò che fa più rabbia, a chi di queste cose se ne intende, è che basterebbe affidare la realizzazione di tali sistemi a persone esperte, per consentire un funzionamento senza problemi, ed anche più semplice e gradevole per gli utenti (la maggior parte di questi sistemi hanno interfacce inutilizzabili e sono fatti con criteri da web 0.5, altro che 2.0).

Non è infatti fisica nucleare il progettare e realizzare un sistema considerandone il dimensionamento, la quantità di accessi (media e picco), la concorrenza, e poi fare degli stress test per accertarsi, prima delle catastrofi, che effettivamente il sistema regga il carico atteso.

Invece si continuano a sprecare soldi (pubblici) per foraggiare gli stipendi ed i benefit degli alti dirigenti delle multinazionali cui normalmente viene affidata la realizzazione di questi sistemi, le quali poi subappaltano la realizzazione ad altre grandi imprese (i cui dirigenti vogliono prendersi la propria fetta), le quali a loro volta prendono in affitto (termine orribile ma corretto: body rental) da piccole “aziende” di caporalato dei poveri neo-laureati sottopagati che si trovano a svolgere un lavoro per cui non hanno alcuna qualifica ed esperienza.

A noialtri, che abbiamo troppa esperienza per poter entrare in questo giro perverso (in quanto dovremmo essere pagati “troppo”, a scapito dei benefit dei dirigenti parassiti), non resta che constatare l’inettitudine di chi ha pensato certi sistemi, di chi li ha progettati e di chi li ha realizzati, coscienti che con un decimo dei soldi avremmo realizzato qualcosa di enormemente migliore.